maravigliosa audacia a difendere la purità del suo animo innanzi allo imperadore de’ Romani. Questa essendo andata già nel tempio di Marte, il quale fu poi consagrato a Dio sotto vocabolo di S. Giovanni Batista, ad una festa con molte donne fiorentine avvenne che Ottone, quarto imperadore romano, il quale allora era tornato a Firenze, a fare bella festa e per accrescerla con la sua presenzia, entrasse nel tempio con gran compagnia di gentili uomini. Essendo in sul più alto luogo, e guardando sopra gli ornamenti del tempio, e intorno la moltitudine de’ cittadini, e le donne che sedevano d’intorno, avvenne che egli fermò gli occhi in Engeldruda, e maravigliandosi per alcuno spazio della bellezza di quella, e dell’abito distinto da niuna vanità, e dell’onestà e della fanciullesca gravità, lodando quella, convertì le parole verso Illizione, il quale era uno de’ cittadini, venerabile per età e per gentilezza, e forse allora per la milizia stando quello presso a lui, dicendogli: Chi è quella fanciulla la quale siede dirimpetto a noi, la quale, per mio giudizio, avanza d’onestà e di bellezza di volto tutte l’altre? Al quale Illizione ridendo, e con alcuna piacevolezza