rola, e sentendo che non apprezzava i baci, poco d’innanzi desiderati con tanto ardore, e vedendolo morto finire, pensò, ch’egli fusse morto perchè non l’avesse trovata, e disposesi all’acerba morte con l’amato giovane, confortandola insieme l’amore e il dolore. E tratta la spada della ferita, con grandissimo lamento chiamò lo nome di Piramo, e pregollo almeno, che guardasse la sua Tisbe alla morte, che egli aspettassenota la sua anima nel partire, acciocchè fussino insieme in qualunque parte, o sedie dove eglino andassero. E (che maraviglia è a dire) lo intelletto di quello mancando, sentì la voce dell’amata fanciulla, e non comportando, ovvero non potendo negarenota l’ultima dimandagione, aperse gli occhi aggravati da morte, guardando quella che il chiamava. La quale subito si lascia cadere sopra lo coltello di quel giovine, e sparto lo sangue, seguì l’animo di quello che era ferito. E così l’odiosa fortuna non potè vietare
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- ↑ Cod. Cass. e che egli guardasse alla sua anima. Test. Lat. expectaret.
- ↑ Cod. Cass. e non chomportare ovvero potendo negare.