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152 giornata seconda


alcuno amadore. La Giannetta, divenuta tutta rossa, rispose: — Madama, a povera damigella e di casa sua cacciata, come io sono, e che all’altrui servigio dimori, come io fo, non si richiede né sta bene l’attendere ad amore. — A cui la donna disse: — E se voi non l’avete, noi ve ne vogliamo donare uno, di che voi tutta giuliva viverete e piú della vostra biltá vi diletterete, per ciò che non è convenevole che cosí bella damigella, come voi siete, senza amante dimori. — A cui la Giannetta rispose: — Madama, voi dalla povertá di mio padre togliendomi, come figliuola cresciuta m’avete, e per questo ogni vostro piacere far dovrei: ma in questo io non vi piacerò giá, credendomi far bene. Se a voi piacerá di donarmi marito, colui intendo io d’amare, ma altro no; per ciò che dell’ereditá de’ miei passati avoli niuna cosa rimasa m’è se non l’onestá, quella intendo io di guardare e di servare quanto la vita mi durerá. — Questa parola parve forte contraria alla donna a quello a che di venire intendea per dovere al figliuolo la promessa servare, quantunque, sí come savia donna, molto seco medesima ne commendasse la damigella; e disse: — Come, Giannetta, se monsignor lo re, il quale è giovane cavaliere, e tu se’ bellissima damigella, volesse del tuo amore alcun piacere, negherestigliele tu? — Alla quale essa subitamente rispose: — Forza mi potrebbe fare il re, ma di mio consentimento mai da me se non quanto onesto fosse aver non potrebbe. — La dama, comprendendo qual fosse l’animo di lei, lasciò star le parole e pensossi di metterla alla pruova: e cosí al figliuolo disse di fare, come guerito fosse, di metterla con lui in una camera e che egli s’ingegnasse d’avere di lei il suo piacere, dicendo che disonesto le pareva che essa, a guisa d’una ruffiana, predicasse per lo figliuolo e pregasse la sua damigella. Alla qual cosa il giovane non fu contento in alcuna guisa, e di subito fieramente peggiorò; il che la donna veggendo, aperse la sua intenzione alla Giannetta, ma piú costante che mai trovandola, raccontato ciò che fatto aveva al marito, ancora che grave loro paresse, di pari consentimento diliberarono di dargliele per isposa, amando meglio il figliuolo vivo con moglie non convenevole a lui che morto senza alcuna;