Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/40

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36 giornata prima

frate: — Figliuol mio, che hai tu? — Rispose ser Ciappelletto: — Oimè! messere, che un peccato m’è rimaso del quale io non mi confessai mai, sí gran vergogna ho di doverlo dire, ed ogni volta che io me ne ricordo piango come voi vedete, e parmi esser molto certo che Iddio mai non avrá misericordia di me per questo peccato. — Allora il santo frate disse: — Va’ via, figliuolo, che è ciò che tu di’? Se tutti i peccati che furon mai fatti da tutti gli uomini, o che si debbon fare da tutti gli uomini mentre che il mondo durerá, fosser tutti in uno uom solo, ed egli ne fosse pentuto e contrito come io veggio te, sí è tanta la benignitá e la misericordia di Dio, che, confessandogli egli, gliele perdonerebbe liberamente: e per ciò dillo sicuramente. — Disse allora ser Ciappelletto, sempre piagnendo forte: — Oimè! padre mio, il mio è troppo gran peccato, ed appena posso credere, se i vostri prieghi non ci s’adoperano, che egli mi debba mai da Dio esser perdonato. — A cui il frate disse: — Dillo sicuramente, che io ti prometto di pregare Iddio per te. — Ser Ciappelletto pur piagnea e nol dicea, ed il frate pure il confortava a dire. Ma poi che ser Ciappelletto piagnendo ebbe una grandissima pezza tenuto il frate cosí sospeso, ed egli gittò un gran sospiro e disse: — Padre mio, poscia che voi mi promettete di pregare Iddio per me, ed io il vi dirò: sappiate che, quando io era piccolino, io bestemmiai una volta la mamma mia. — E cosí detto, rincominciò a piagner forte. Disse il frate: — O figliuol mio, or párti questo cosí gran peccato? Oh! gli uomini bestemmiano tutto il giorno Iddio, e sí perdona egli volentieri a chi si pente d’averlo bestemmiato: e tu non credi che egli perdoni a te questo? Non piagner, confortati, ché fermamente, se tu fossi stato un di quegli che il posero in croce, avendo la contrizione che io ti veggio, sí ti perdonerebbe egli. — Disse allora ser Ciappelletto: — Oimè! padre mio, che dite voi? La mamma mia dolce, che mi portò in corpo nove mesi il dí e la notte, e portommi in collo piú di cento volte! Troppo feci male a bestemmiarla, e troppo è gran peccato; e se voi non pregate Iddio per me, egli non mi sará perdonato. — Veggendo il frate non essere altro restato a dire