Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/159

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novella settima 153

cepparello inarsicciato parere, tutta vinta, tutta spunta, e giacere in terra ignuda, messesi l’unghie nel viso, cominciò a piagnere sopra di lei non altramenti che se morta fosse. Ma la donna la pregò per Dio che ella tacesse e lei rivestire aiutasse: ed avendo da lei saputo che niuna persona sapeva dove ella stata fosse, se non coloro che i panni portati l’aveano ed il lavoratore che al presente v’era, alquanto di ciò racconsolata, gli pregò per Dio che mai ad alcuna persona di ciò niente dicessero. Il lavoratore, dopo molte novelle, levatasi la donna in collo che andar non poteva, salvamente infino fuori della torre la condusse. La fante cattivella, che di dietro era rimasa, scendendo meno avvedutamente, smucciandole il piede, cadde della scala in terra e ruppesi la coscia, e per lo dolor sentito cominciò a mugghiar che pareva un leone. Il lavoratore, posata la donna sopra ad uno erbaio, andò a vedere che avesse la fante, e trovatala con la coscia rotta, similmente nell’erbaio la recò ed allato alla donna la pose, la quale, veggendo questo per aggiunta degli altri suoi mali avvenuto, e colei avere rotta la coscia da cui ella sperava essere aiutata piú che da altrui, dolorosa senza modo, rincominciò il suo pianto tanto miseramente, che non solamente il lavoratore non la poté racconsolare, ma egli altressi cominciò a piagnere. Ma essendo giá il sol basso, acciò che quivi non gli cogliesse la notte, come alla sconsolata donna piacque, n’andò alla casa sua, e quivi chiamati due suoi fratelli e la moglie, e lá tornati con una tavola, su v’acconciarono la fante ed alla casa ne la portarono; e riconfortata la donna con un poco d’acqua fresca e con buone parole, levatalasi il lavoratore in collo, nella camera di lei la portò. La moglie del lavoratore, datole mangiar pan lavato e poi spogliatala, nel letto la mise, ed ordinarono che essa e la fante fosser la notte portate a Firenze; e cosí fu fatto. Quivi la donna, che aveva a gran divizia lacciuoli, fatta una sua favola tutta fuori dell’ordine delle cose avvenute, sí di sé e sí della sua fante fece a’ suoi fratelli ed alle sirocchie e ad ogni altra persona credere che per indozzamenti di demoni questo loro fosse avvenuto. I medici furon presti, e non senza grandissima