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Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/237

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novella decima 231

a guisa che stanno le cavalle, ammaestrandola similmente che di cosa che avvenisse motto non facesse; e con le mani cominciandole a toccare il viso e la testa, cominciò a dire: — Questa sia bella testa di cavalla. — E toccandole i capelli, disse: — Questi sieno belli crini di cavalla. — E poi toccandole le braccia, disse: — E queste sieno belle gambe e belli piedi di cavalla. — Poi, toccandole il petto e trovandolo sodo e tondo, risvegliandosi tale che non era chiamato e sú levandosi, disse: — E questo sia bel petto di cavalla. — E cosí fece alla schiena ed al ventre ed alle groppe ed alle cosce ed alle gambe: ed ultimamente, niuna cosa restandogli a fare se non la coda, levata la camiscia e preso il piuolo col quale egli piantava gli uomini e prestamente nel solco per ciò fatto messolo, disse: — E questa sia bella coda di cavalla. — Compar Pietro, che attentamente infino allora aveva ogni cosa guardata, veggendo questa ultima e non parendonegli bene, disse: — O donno Gianni, io non vi voglio coda, io non vi voglio coda! — Era giá l’umido radicale per lo quale tutte le piante s’appiccano, venuto, quando donno Gianni, tiratolo indietro, disse: — Oimè! compar Pietro, che hai tu fatto? Non ti dissi io che tu non facessi motto di cosa che tu vedessi? La cavalla era per esser fatta, ma tu favellando hai guasta ogni cosa, né piú ci ha modo da poterla rifare oggimai. — Compar Pietro disse: — Bene sta; io non vi voleva quella coda io; perché non dicevate voi a me: — Falla tu — ? Ed anche, l’appiccavate troppo bassa. — Disse donno Gianni: — Perché tu non l’avresti per la prima volta saputa appiccar sí come io. — La giovane, queste parole udendo, levatasi in piè, di buona fé disse al marito: — Deh! bestia che tu se’, perché hai tu guasti li tuoi fatti ed i miei? Qual cavalla vedestú mai senza coda? Se m’aiuti Iddio, tu se’ povero, ma egli sarebbe mercé che tu fossi molto piú. — Non avendo adunque piú modo a dover fare della giovane cavalla, per le parole che dette avea compar Pietro, ella dolente e malinconosa si rivestí, e compar Pietro con uno asino, come usato era, attese a fare il suo mestiere antico: e con donno Gianni insieme n’andò alla fiera di Bitonto, né mai piú di tal servigio il richiese.