Pagina:Boccaccio - Decameron di Giovanni Boccaccio corretto ed illustrato con note. Tomo 5, 1828.djvu/185

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dar legata la mia libertà, e sottoposta la mia ragione; e l’anima , che con questa accompagnata solea esser donna, senza, esser divenuta vilissima serva : delle quali cose nè tu nè altri dirà che da dolersi non sia infino alla morte. Nella seconda essa ha, secondo che mi pare, in assai cose fallato, e assai chiaramente mostro colui mentir per la gola che sì ampiamente delle sue esimie virtù meco parlando distese: perciocchè, secondo che a me pare aver compreso, uno, il quale non perchè e’ sia, ma perchè li pare essere, i suoi vicini chiamano il secondo Ansalone, è da lei amato, al quale essa, per più farlisi cara, ha le mie lettere palesate, e con lui insieme a guisa d’un beccone schernito: senza che colui, di me faccendo una favola, già con alcuno per lo modo che più gli è piaciuto n’ha parlato: senza che esso, come io son qui, per più largo spazio aver di favellare, fu colui che la risposta alla mia lettera, della quale davanti ti dissi, mi fece fare; e oltre a questo, socondoFonte/commento: ed. 1723 che i miei occhi medesimi m’hanno fatto vedere, m’ha ella, sogghignando, a più altre mostrato, come io avviso, dicendo: vedi tu quello scioccone? egli è ’l mio vago: vedi se io mi posso tener beata! E certo quanto quelle donne, alle quali ella m’ha mostrato, sieno state e sieno oneste, io e altri il sappiamo: perchè ella, siccome comprender se ne dee, come il suo amante tra gli uomini, così ella tra le femmine di me favoleggia. Ahi disonesta cosa e sconvenevole, che uomo, lasciamo star gentile, che non mi tengo, ma sempremai co’ valenti uomini usato e cresciuto, e delle cose del mondo, avvegnachè non pieuamanteFonte/commento: ed. 1723, ma assai convenevolmente informato, sia da una femmina, a guisa


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