Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/23

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libro primo 19

diedi le spalle, fuggendo verso il nostro palagio; ma quivi trovata piú aspra battaglia, quasi furiosi, senza alcuna speranza di salute, io e’ miei compagni tra gli acuti ferri de’ nemici ci gittammo. Io, ferito in molte parti, rientrai nelle mie case, nelle quali alquanti de’ miei compagni vinti vilmente si fuggirono. E noi, saliti nel superiore pavimento, vedemmo tutta la cittá essere d’ardenti fiamme e di noiosi fumi ripiena, la quale piangendo riguardavamo. Allora fummo assaliti da nuovo accidente, perciò che rotte le porti dell’antico palagio, salí uno grandissimo uomo capitano romano con molti compagni, il quale, come il fiero lupo le timide pecore senza difesa strangola, cosí andava uccidendo qualunque dinanzi gli si parava. A lui vidi io uccidere il vecchio padre, e due miei figliuoli, e molti altri. Sopra il quale volendo io prendere debita vendetta, ricevetti infiniti colpi dalla sua spada. Ma poi la vecchia madre, e altre femine con lei, mettendo le loro persone per la mia vita tra la sua spada e il mio corpo, fortunosamente mi trassero dalle sue mani. E uscito fuori della non giá ritta cittá, veggendo che per me piú niuno soccorso le si poteva porgere, miserabilmente verso queste parti m’indirizzai, e qui nel tuo cospetto mi sono fuggito. E dicoti che ’l tuo regno è senza dubbio assalito da gente tanto acerba, che non pur contro a te, ma ancora contro a’ nostri iddii ha prese l’armi; e che ciò ch’io ho contato sia vero, manifestaloti il sangue mio, il quale per tante ferite puoi vedere davanti a te spandere. Io appena fuggendo ho potuto la mia vita ricuperare, la quale omai credo che sará brieve; e le mie ferite, le quali piú tosto medico e riposo che affanno richiedevano, marcite costringono l’anima d’abbandonare il misero corpo. E però ti priego che t’apparecchi, acciò che i tuoi nemici, i quali credo che non sieno di qui guari lontani, possa con piú forte fronte ricevere che io non potei, acciò che altresí vendichi le mie ferite, in guisa che io tra gli altri spiriti possa alzare la testa per la vendicata morte». E appena finí queste parole con intiera voce, che davanti al re il corpo senza anima freddo lasciò.