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Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/100

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96 il filocolo

«Ora pur festeggia tutta Marmorina, e la mia Biancofiore, stando all’alte finestre della nostra casa, vede i freschi giovani sopra i correnti cavalli, adorni di bellissimi vestimenti, passarsi davanti, e ciascuno per la bellezza di lei si volge a riguardarla. Or chi sa se alcuno tra gli altri le ne piacerá, e che ella, per lo non poter veder me, avendomi dimenticato, s’innamori di colui? Oimè, che questo m’è forte a pensare che possa essere; ma tuttavia la poca stabilitá la qual nelle donne si trova, e massimamente nelle giovani, me ne fa molto dubitare; e se questo pure avvenisse che fosse, niuna cosa altro che la morte mi sarebbe beata. O sommi iddii, se mai per me o per gli antichi miei si fece o si deve far cosa che alla vostra deitá aggradi, facciate che questo non sia». E questo pensiero piú che altro gli stava nella mente. Egli non vedeva alcuna giovane che il riguardasse, che egli incontanente non dicesse: «Oimè, cosí fa la mia Biancofiore; i non conosciuti giovani ella rimira tutti, come costoro fanno me, cui esse forse mai piú non videro. E qual cagione recò Elena ad innamorarsi dello straniero Paris se non la follia del suo marito, che, andandosene all’isola di Creti, lasciò lei assediata da’ piacevoli occhi dell’innamorato giovane? Né mai Clitennestra si sarebbe innamorata d’Egisto, se Agamennone continuamente appresso stato le fosse: il quale poi lei insieme con la vita per tale innamoramento perdé. Ma di questo non n’ha colpa se non l’empia iniquitá del mio padre, il quale gl’iddii consumino, sí com’egli fa consumare me. Egli m’impromise piú volte di mandarlami senza fallo qua, e in brieve, e mai mandata non me l’ha. Oimè, che ora conosco il manifesto suo inganno, e trovo che vere sono le parole che Biancofiore mi disse, dicendo che mai non ce la manderebbe, e che egli qua non mi mandava se non per far che ella m’uscisse di mente. Oh, come male il suo avviso è venuto al pensato fine, con ciò sia cosa che io mai del suo amore non arsí come io ardo ora». E istando Florio in questi pensieri, tanto gli cominciò a crescere il disio di voler vedere Biancofiore che egli non trovava loco, né ad altro pensar poteva notte e giorno. Egli