Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/105

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libro secondo 101

per questo non la dimentica, ma, secondo che a me è stato porto, egli per amor di costei si consuma, e, rimossa ogni cagione, ne vuole qua venire: onde io dubito che, tornando egli, dargliela non mi convenga per isposa, e, s’io non gliela do, che egli niuna altra ne voglia prendere. E se egli avvenisse che io gliela donassi, o che egli occultamente la prendesse, primieramente a me e a’ miei grande vergogna ne seguirebbe, pensando al nostro onore, tanto abbassato per isposa discesa di sí vile nazione, come stimiamo che costei sia. Appresso, voi non lui dovreste reputare in onore, considerando che, dopo costui, signore vi rimarrebbe nato di sí picciola condizione, sí come sarebbe nascendo di lei. E s’io non gliela do per isposa, egli niun’altra ne vorrá, e non prendendone alcuna, senza alcuno erede seguirá l’ultimo giorno: e cosí la nostra signoria mancherá, e converravvi andar cercando signore strano. Adunque, acciò che queste cose dette si cessino, il meglio è a fare che Biancofíore muoia, come detto ho, imaginando che com’ella sará morta, egli per forza se la caccerá dal core, dandogli noi subitamente novella sposa tale, quale noi crederemo che a lui si confaccia. Ma però che del fare subitamente morire Biancofiore ci potrebbe anzi vergogna che onore seguire, ho pensato che con sottile inganno possiamo aver cagione, che parrá giusta e convenevole alla sua morte: e odi come. E’ non passeranno molti giorni che la gran festa della mia nativitá si fara, alla quale tutti i gran baroni del mio reame saranno ad onorarmi: in quel giorno ti conviene ordinare che tu abbi fatto apparecchiare un pavone bello e grasso, pieno di velenosi sughi, il quale fa che Biancofíore il presenti da sua parte, quando io e’ miei baroni saremo alle tavole. E acciò che niuno non prendesse di questa opera men che buona presunzione, veggendolo piú tosto recare a Biancofiore che ad alcuno altro scudiere o donzello, sí le dirai che a me e a tutti coloro i quali alla mia tavola meco sederanno, col pavone in mano vada dimandando le ragioni del pavone, le quali se non da gentili pulcelle possono essere addimandate. E sí tosto come questo fatto avrai, ed ella avrá