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vestito di porpora venire contro a lui, tanto che pervenne ad esso senza far motto, e a’ due cavalieri che appresso gli stavano, i quali Biancofiore molto di lontano aveva veduti, con rabbiosa voce disse: «Signori, tiratevi a dietro». Allora Marte ristette, e a Florio disse: «O giovane coperto delle nuove armi, ecco colui che tu devi oggi recare a villana fine; questi fia campione contro alla veritá: e veramente ha meritato ciò che da te riceverá, però che egli è colui che mise in effetto l’ordinato male de’ tuoi parenti: rispondigli, né per lui da questo luogo ti muovere». Allora Florio si trasse avanti con tanta forza e fierezza, quanta se quivi uccidere senza indugio l’avesse voluto, e disse: «Cavalier traditore, né tu né altri mi fara di qui mutare, piú che mi piaccia». Il siniscalco crucciato, e impaurito per la compagnia che con lui vedeva, si tirò indietro con intendimento di tornargli adosso con piú compagni; ma Florio, alzata la testa, e rimirando il piano, vide Biancofiore assai presso del foco, giá da alcuno sergente presa per volerlavi gittare; e veggendo Florio vestita di nero colei che soleva essere perfetta luce del suo core, e veggendo i begli occhi pieni di lagrime, e i biondi capelli senza alcun maestrevole legamento attorti e avviluppati al capo, e le dilicate mani legate con forte legame, e lei in mezzo di vile e disutile gente, incominciò per pietá sotto il rilucente elmo il piú dirotto pianto del mondo, dicendo: «Oimè, dolcissima Biancofiore, mai non fu mio intendimento che nel mio padre tanta crudeltá regnasse, che verso di te potesse men che bene adoperare, né mai credetti vederti a tal partito. Ma unque gli iddii non mi aiutino, se tu non se’ da me aiutata, o io insieme teco prenderò la morte, o tu e io insieme lietamente viveremo». E queste parole fra sé dette, ferí il cavallo degli sproni fieramente, rompendo la calcata gente, la quale per la partita del siniscalco aveva riempiuta l’ampiezza del fatto cerchio da lui; e rifatto col poderoso cavallo nuovo e maggiore spazio, comandò a’ sergenti, che giá Biancofiore volevano gittare nel foco, che incontanente sciogliendo a lei le mani la dovessero lasciare, né piú avanti toccarla, per quanto il vi-