Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/173

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libro terzo 169

de’ presenti, posto che alquanto le lagrime, le quali io non posso ritenere, mi impediscano. Ne’ teneri anni della mia puerizia, sí come voi potete sapere, ebb’io continua usanza con la piacevole Biancofiore, nata nella paternale casa meco in un medesimo giorno, la cui bellezza e’ nobili costumi e l’adorno parlare generarono un piacere, il quale sí forte prese il giovinetto core, ch’io niuna cosa vedeva che tanto mi piacesse. E di questo piacere era multiplicatore e ritenitore nella mia mente un chiarissimo e splendidissimo raggio, il quale, come strale, da arco mosso, corre con la aguta punta all’opposito segno, cosí da’ suoi begli occhi movendo termina nel mio cuore, entrando per gli occhi miei: e questo fu il principale posseditore in luogo di lei. E, con ciò sia cosa che questi ogni giorno piú la fiamma di tal disio aumentasse, in tanto l’accrebbe, che convenne che di fuori paresse, e scopersemisi allora ella, non meno che io d’essa, essere innamorata. Né questo fu lungamente occulto pe’ nostri sospiri, di ciò dimostratori al nostro maestro, il quale piú volte con gravi riprensioni s’ingegnò di trarre indietro quello che agl’iddii saria impossibile far tornare; ma fattolo alla notizia del mio padre venire, egli imaginò che, allontanandomi da lei, della mia memoria la caccerebbe: la quale, se per la mia bocca tutto Lete entrasse, non la potria da quella spegnere. Ma non per tanto egli faccendomi allontanare da lei, non fu senza grande dolore dell’anima mia e di quella di Biancofiore. E in questo luogo mi relegò in esilio, sotto colore di volere che io studiassi. Ma qui dimorando, e trovandomi lontano da quella bellezza in cui tutti i miei disiderii si terminano, incominciai a dolermi, né mi lasciava il doloroso cuore mostrare allegro viso: e di questo vi poteste voi molte fiate avvedere. Ora, come la mia doglia fosse manifesta al re m’è ignoto, ma egli, o per questa cagione o per altra iniquitá compresa ingiustamente sopra la innocente Biancofiore, cercò d’uccider lei, e nella sua morte l’anima mia: e voi foste presente al nascoso tradimento, né vi fu occulto lei essere a vilissima morte condannata, né di ciò niente mi palesaste. Ma li pietosi iddii e