Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/205

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libro terzo 201

il suo letto, Venere, che il suo pianto aveva udito, avendo di lui pietá, discese del suo cielo nella triste camera, e a Florio mise un soavissimo sonno, nel quale una mirabile visione gli fu manifesta. Poi che Florio, da dolce sonno preso, ebbe lasciato il lagrimare, nuova visione gli apparve. A lui pareva vedere in un bellissimo piano un gran signore coronato di corona d’oro, ricca per molte preziose pietre, le quali in essa risplendevano maravigliosamente, e li suoi vestimenti erano reali. E parevagli che questi tenesse nella sua sinistra mano un arco bellissimo e forte, e nella destra due saette, l’una d’oro, e quella era acutissima e pungente, e l’altra gli pareva di piombo, senza alcuna punta. E questo signore, il quale di mezza eta, né giovane né vecchio, giudicava, gli pareva che sedesse sopra due grandissime aquile, e li piedi tenesse sopra due leoni, e nell’aspetto di grandissima autoritá. E quanto Florio piú costui guardava, tanto piú mirabile gli pareva, ventilando due grandissime ale d’oro, le quali dietro alle spalle aveva. Ma poi che a Florio parve per lungo spazio avere lui riguardato, gli parve vedere dalla destra mano del signore una bellissima donna, la quale inginocchioni davanti al signore umilemente pregava; ma egli non poteva intendere di che: se non che, fiso riguardando la donna, gli parve che fosse la sua Biancofiore. Poi alla sinistra mano del signore rimirando, vide un tempestoso mare, nel quale era una bella nave con l’albero gía rotto, e con le vele le quali piene d’occhi gli parevano tutte spezzate, e con li timoni perduti e senza niuno governo. E in quella nave gli pareva essere tutto ignudo, con una fascia davanti agli occhi, e non sapere che si fare; e dopo lungo affannare in questa nave, gli pareva vedere uscire di mare uno spirito nero e terribile a riguardare, il quale prendeva la proda di questa nave, e tanto forte la tirava in giuso che giá mezza l’aveva nelle tempestose onde tuffata. Allora Florio forte spaventato, sí per lo fiero aspetto dello spirito e sí perché si vedeva la morte vicina per la tempestante nave, con grandissimo pianto verso la poppa gli parea