Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/21

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libro primo 17

Figliuolo di Giove lasciò in terra a’ suo’ popoli, a noi piú contrarii, fu continuo esercizio, al quale del tutto si vuole intendere da noi, acciò che si spenga con volontario ozio dalle loro menti, e da’ romani massimamente, i quali, quasi agli altri principali, hanno questo esercizio molto impreso, e quasi ogni gente da loro l’imprende. Ond’io ho proposto almeno ritrargli dell’andar gli strani templi visitando, con paura; e questo senza fallo mi verrá fatto troppo bene sopra gran quantitá d’essi, che ora vanno al tempio che sopra l’ultime piagge d’Esperia è posto: sopra i quali io vendicherò la mia ira, e voi siate intenti di fare il simigliante ovunque voi ne sentirete alcuni».

Dette queste parole a’ suoi, prese una forma simigliante ad un nobilissimo cavaliere, il quale sotto la potenza del gran re Felice, reggitor de’ regni d’Esperia, nipote di Atlante sostenitore de’ cieli, governava vicino a’ colli d’Appennino una cittá chiamata Marmorina, e salito sopra un cavallo, le cui ossa per magrezza quasi quante erano apertamente mostrava, e correndo sopra esso, pervenne ne’ lontani regni, e trovato il re, il quale silvestre bestie cacciando prendea diletto, si fece davanti a lui: e come tal volta sogliano i corpi morti gravosi cadere alla terra senza essere urtati, cotale costui fittivamente cadendo gli si gittò a’ piedi, e con voce affannata, tanto che appena s’udiva, piangendo cominciò a dire: «O signor mio, tu vai l’innocenti bestie davanti a te cacciando, e nelle loro interiora metti aizzando gli acuti denti de’ feroci cani, ma io misero ho nella tua citta Marmorina lasciato il romano fuoco, il quale, sì come io vidi giá per i piú alti luoghi, tutta la citta guastava: e come ciò avvenisse a me è occulto. Se non che noi avendo il giorno avanti celebrati i santi sacrificii di Bacco con grandissima festa, e la vegnente notte, riposandosi ciascuno, avea giá di sé la quarta parte passata, quando io, quasi dormendo, cominciai a sentire grandissimo pianto di uomini, di garzoni e di femine, e impetuoso suono di non usate armi. Allora abbandonato del tutto il quieto sonno, pauroso mi levai, e salii negli alti luoghi della nostra casa, e vidi