Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/220

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216 il filocolo

pura fede, la quale egli tiene indegnamente, e, aprendogli gli occhi, gli fa conoscere com’egli è ingannato, ammaestrandolo come gl’inganni si debbano fuggire. La vecchia che in terra sedeva, con la mano alla vizza gota, alzò il capo mirando con torto occhio la dea, e con picciola voce tremando rispose: «Partiti, dea, da’ tristi luoghi, che niuno indugio darò al tuo comandamento». Partita la dea, la vecchia si vestí di nuova forma, e abbandonando i molti vestimenti, aggiunse alle sue spalle ali, e, lasciando le serrate case senza alcuno dimoro, pervenne dov’ella trovò Florio stante ancora sopra il suo letto leggendo la ricevuta lettera di Biancofiore. A cui ella occultamente con la tremante mano toccò il sollecito petto, e ritornassi alle triste case, onde s’era per comandamento di Diana partita.

Aveva Florio piú fiate riletta la ricevuta pistola, e giá quasi nell’animo le parole di Biancofiore accettava, credendo fermamente da lei niuna cosa essere amata se non egli, sí come ella gli scriveva. Ma non prima gli fu dalla misera vecchia tocco il petto, che egli incominciò a cambiare i pensieri e a dire fra sé: «Fermamente ella m’inganna, e quel ch’ella mi scrive non per amore, ma per paura lo scrive. Briseida lusingava il grande imperadore de’ Greci, e disiderava Achille. Chi è colui che dalle false lagrime e dalle infinte parole delle femine si sa guardare? Se Agamennone l’avesse conosciute, la sua vita sarebbe stata piú lunga, né Egisto avrebbe avuto il non dovuto piacere. Senza dubio Fileno piace piú a Biancofiore che io non faccio: e chi sará quella che si levi un velo di testa, e donilo ad un suo amante, che possa poi far credere quegli non essere amato da lei? Certo niuna il potrebbe far credere, se non fosse giá semplicissimo l’ascoltatore. E in veritá e’ non è da maravigliare se ella ama Fileno: egli continuamente l’è davanti. e ingegnasi di piacerle, e io le sono lontano, né ella poté, giá è lungo tempo, vedermi. Il foco s’avviva e vive pe’ soavi venti, e amore si nutrica con dolci riguardamenti: e sí come le fiamme perdono forza non essendo da’ venti aiutate, cosí amore diviene tiepidissimo come gli sguardi cessano. Ma costei, se ella non m’ama,