Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/225

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libro terzo 221


Mentre che i fati le cose sinistre cosí per Fileno trattavano, Fileno di tutte ignorante si stava pensando alla bellezza di Biancofiore, con sommo disio disiderando quella, quando subito sonno l’assalí, e, gli occhi gravati, sopra il suo letto riposandosi s’addormentò. Al quale senza alcun dimoro furono presenti i ministri del pregato iddio adoperando ciascuno i suoi ufici: e parvegli nel sonno subitamente essere in un bellissimo prato tutto saletto, e rimirar lo cielo, le sue bellezze lodando, e adeguando quelle di Biancofiore alla chiaritá delle stelle che in quello vedeva. E cosí stando, subitamente uno di quelli uficiali in forma d’un caro suo amico gli parve che gli apparisse piangendo, e correndo verso lui, e dicessegli: «O Fileno, che fai tu qui? Fuggi, ch’io ti so dire che l’amore che tu hai portato a Biancofiore t’ha acquistato morte. Tu non potrai essere fuori di questo prato, che Florio armato con molti compagni ti saranno adosso, cercando di levarti la vita. Fuggi di qui, o caro amico, senza niuno indugio. Non volere ch’io di tal compagno, quale io ti tengo, rimanga orbato». E ancora non parve che questi avesse compiuto di parlare, che giá dall’una delle parti del prato si sentiva il romore delle sonanti armi degli armati, i quali a Fileno parve, come detto gli era stato, che venissero. Allora pareva a Fileno levarsi tutto smarrito, e non sapeva qual via per la sua salute si dovesse tenere; anzi gli pareva che le gambe gli fossero fallite, né di quel luogo potesse partirsi. Dove stando, in piedolo spazio gli pareva vedersi dintorno Florio con molti altri armati, e con grandissimo romore gridare: «Muoia, muoia il traditore», dirizzando verso lui gli acuti ferri senza alcuna pietá ingegnandosi di ferirlo. A’ quali pareva che dicesse: «O giovani, s’alcuna pietá è in voi rimasa, piacciavi che Fileno possa fuggendo la vita campare. Voi sapete che per amore io non merito morte». Non erano le sue parole udite, ma piú aspramente e con maggiore romore gli pareva ognora essere assalito, e parevagli essere in tante parti del corpo forato che potere campare non gli pareva. Ma quelli ancora di ciò non contenti, uscendo uno di loro gli pareva che la testa gli