Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/258

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254 il filocolo

E in questo luogo per alquanti giorni dimorati, vi venne un signore nobilissimo e grande, il quale era amiraglio del possente re di Babillonia, e per lui tutto quel paese sotto pacifico stato si possedeva. Il quale, come la bella nave vide, fece a sé di quella venire i padroni, e dimandolli qual fosse la loro mercatanzia, e onde venissero. A cui i mercatanti risposero: «Signore, noi lasciammo i liti quasi all’ultimo Occidente vicini, e quindi abbiamo, senza altra cosa piú, recata una nobilissima giovane, in cui è piú di bellezza che mai in alcuna altra si vedesse, la quale un grandissimo re, in quelle parti signoreggiante, ci donò per una grandissima parte de’ nostri tesori che noi a lui donammo». Disse allora l’amiraglio: «Venga adunque la giovane, la cui bellezza voi fate cotanta, e se sí bella è come la vantate, e di nobili parenti discesa, e ancora casta virginitá tiene, de’ nostri tesori quelli che vorrete prenderete e donereteci lei». Piacque a’ mercatanti, e per lei incontanente mandarono, la quale, di nobilissimi vestimenti vestita e ornata, insieme con Glorizia davanti all’amiraglio si presentò. Il quale graziosamente la ricevette, e non sí tosto la vide, come a lui parve la piú mirabile bellezza vedere che mai per alcuno veduta fosse, e comandò che a’ mercatanti fosse donato a loro piacere dei suoi tesori. E poi ch’egli ebbe di lei da loro ogni condizione udita, pietoso de’ suoi affanni cosí disse: «Io giuro per li miei iddii che omai piú la fortuna non potra esserle avversa: alle sue tribolazioni io con grandissima felicitámi voglio opporre, e voglio provare se la fortuna la potrá fare piú misera che io felice. E’ non passerá lungo tempo che il mio signore dee qui venire, al quale io intendo, in loco di riconoscenza di ciò ch’io tengo da lui, donare questa bellissima cosa, né conosco che gioia piú cara donar gli potessi. E sí prometto per l’anima del mio padre che tra le sue mogliere io farò che questa sará la principale, e sí farò la sua testa ornare della corona di Semiramis; e infino a quel tempo che questo sará tra molte altre giovani, le quali a simil fine si tengono, la farò come donna di tutte onorare, e sotto diligente guardia servare, con tutti que’ diletti e beni che alcuna