Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/27

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libro primo 23

santi altari, e porgete agl’iddii divoti prieghi per la nostra vittoria, e poi senza alcuno indugio i nostri passi verso quella parte, onde volò il santo uccello, dirizziamo, perciò che giá si manifesta agli occhi miei la disiderata vendetta dovere pervenir a prosperevole fine».

Arsi i fatti fuochi, e dissoluti i nebulosi fumi avvolti ne’ sacri templi, le trombe sonarono, e i cavalli presti alle fiere battaglie, uditi i suoni, cominciarono a fremire; e il re, acceso di focoso disio per la speranza presa del detto augurio, comandò che le reali bandiere fossano spiegate a’ venti, e che tutti i suoi, abbandonandosi a’ fortunosi fati, verso Marmorina indirizzassero il loro cammino: al quale comandamento le bandiere spiegate e la via presa fu senza alcuna dimoranza. Ma il misero Lelio dell’ultimo giorno, a lui ruinosamente apparecchiato dalla fortuna, e a’ suoi compagni simigliantemente, non s’accorgeva, anzi con solleciti passi si studiava di pervenire a’ dolenti fati; e giá quattro volte cornuta ed altrettante tonda s’era mostrata la figliuola di Latona dopo la sua partita da Roma, la quale egli mai non dovea rivedere, e camminando s’aveva lasciate dietro le bianche spalle d’Appennino, affrettandosi di pervenire al santo tempio, il quale da’ suoi occhi non dovea essere veduto, né da alcuno altro de’ suoi compagni.

Entrava il sole nella rosata Aurora con lento passo, e’ torbidi nuvoli occupavano il suo viso, per la qual cosa la sua luce sí come usato era non porgeva chiara, ché forse a lui, che tutto vede, era manifesta la ferita del crudel giorno, al quale egli s’apparecchiava di dar lume: quando Lelio e la sua compagnia lieti a’ loro danni cavalcavano per una profonda valle, la quale piena di nebbia molto impediva le loro viste, tanto che appena l’uno vicino all’altro si poteva vedere. Era sopra la profonda valle una altissima montagna, tanto che pareva che trapassando i nuvoli con le stelle si congiungesse, la quale pensando di dover passare, giá per la sua ertezza cominciavano ad allentare i loro passi. Sopra la detta montagna l’avversario re, da loro non conosciuto, giá era pervenuto con la sua gente, e quella notte sopr’essa per piú