Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/283

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libro quarto 279

riscaldati, lungamente dimorati freddi, molto maggiormente meriti d’avere a’ tuoi divoti prieghi vera risponsione de’ futuri tempi, e però ascolta. Tu, partito domane di questo luogo, perverrai ad Alfea: quivi la mandata nave t’aspetta, nella quale dopo gravi impedimenti perverrai all’isola del Fuoco, e quivi novelle troverai di quello che tu vai cercando. Poi di quindi partitoti, perverrai dopo molti accidenti nel luogo ove colei che tu cerchi dimora, e lá non senza gran paura di pericolo, ma senza alcun danno, la disiderata cosa possederai. Onora questo luogo, però che quinci ancora si partirá colui che i tuoi accidenti con memorevoli versi fará manifesti agli ignoranti, e ’l suo nome sará pieno di grazia». Tacque la santa voce. E Filocolo, di ammirazione e di letizia pieno, tornò a’ compagni, e a loro il consiglio degl’iddii ordinatamente recitò; e di questo contenti tutti a prendere il cibo nel salvatico luogo si disposero.

Era nel non conosciuto luogo davanti al vecchio tempio un praticello vestito di palida erba per la fredda stagione, nel quale una fontana bellissima si vedea, alle cui onde la piovuta acqua niente aveva offeso, ma chiarissime dimoravano, e nel mezzo di quella a modo di due bollori si vedeva l’acqua rilevare. Alla quale Filocolo, uscito del tempio, appressandosi, gli piacque, e, chiara vedendola, divenne disideroso di bere di quella, e fecesi un nappo d’ariento portare; e con quello dall’una delle parti si abbassò sopra la fontana per prenderne, e, abbassato, col nappo alquanto le chiare onde dibatté. E questo faccendo, vide quelle gonfiare, e fra esse sentí non so che gorgogliare, e dopo picciolo spazio, il gorgogliare volgersi in voce e dire: «Bastiti, chi che tu sia che le mie parti molesti con non necessario rivolgimento, che io senza essere molestato, o molestarti, mitighi la tua sete, né perisca il fraternale amore, perché io, che giá fui uomo, sia ora fonte». A questa voce Filocolo tutto stupefatto tirò indietro. la mano, e quasi che non cadde, né i suoi compagni ebbero minore maraviglia; ma dopo alquanto spazio, Filocolo rassicuratosi cosí sopra la chiara fonte parlò: «O chi che tu sia, che nelle presenti