Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/357

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libro quarto 353

che alla donna portasse, ma, invidioso del bene che all’altro vedeva apparecchiare, per isturbare quello si mosse a tale impresa e misvennegli? Folle è chi sotto colore al nemico s’ingegna di giovare per ricever merito. Infinite sono le vie per le quali possibile c’è con aperta amicizia poter mostrare l’amore che alcuno porta ad alcun altro, senza mostrarsi nemico, e poi con colorate parole voler mostrare d’aver giovato. Basti oramai per risponsione a voi ciò che detto avemo, il quale la lunga etá deve piú che gli altri fare discreto. Crediamo che quando queste poche parole per la mente debitamente avrete digeste, troverete il nostro giudicio non fallace, ma vero e da dovere essere seguito». E qui si tacque.

Quistione XI.

Seguiva poi una donna onesta molto nell’aspetto, il cui nome Graziosa è interpetrato: e veramente in lei è il nome consonante all’effetto; la quale con umile e con modesta voce cominciò queste parole: «A me, o bellissima reina, viene il proporre la mia quistione, la quale, acciò che il tempo che oramai alla lasciata festa s’appressa, e fassi dolce a ricominciarla, non si metta solo in sermone, assai brievemente proporrò; e, se lecito mi fosse, volontieri senza proporla mi passerei, ma per non trapassare la vostra ubbidienza, e degli altri l’ordine, proporrò questa: qual sia maggiore diletto all’amante, o vedere presenzialmente la sua donna, o, non vedendola, di lei amorosamente pensare».

«Bella donna» disse la reina, «noi crediamo che molto piú diletto pensando si prenda che riguardando, però che, pensando alla cosa amata graziosamente, gli spiriti sensitivi tutti allora sentono mirabile festa, e quasi i loro accesi disii in quel pensiero con diletto contentano; ma, nel riguardare, ciò non avviene, però che solo il visuale spirito sente bene, e gli altri s’accendono di tanto disio che sostenere nol possono, e rimangono vinti: ed esso talora tanta parte prende del suo