Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/362

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358 il filocolo

che con la giovane è dimorato? Niuna cosa è tanto noiosa al dilettoso vivere quanto il ricordarsi che al termine della morte segnato ci conviene venire. Questa, tornandoci nella memoria come nemica e contraria del nostro essere, ogni bene ci turba: e mentre che questa si ricorda, si può sentire giá mai gioia nelle mondane cose? Similemente niuno diletto con la giovane si potrá avere che turbato e guasto non sia, pensando e ricordandosi che altretanto far si convenga con una vilissima vecchia, la quale sempre dinanzi agli occhi della mente gli dimorera. Il tempo, che vola con infallibili penne, gli parra che trasvoli, scemando a ciascun giorno delle dovute ore grandissima quantitá; e cosí la letizia, essendo dove futura tristizia infallibile s’aspetta, non si sente: però io terrei che ’l contrario fosse migliore consiglio, ché ogni affanno, di cui grazioso riposo s’aspetta, è piú dilettevole che ’l diletto per cui noia è sperata. Le fredde acque parevano calde, e il tenebroso e pauroso tempo della notte pareva chiaro e sicuro giorno, e l’affanno riposo a Leandro andando ad Ero, con la forza delle sue braccia notando per le salate onde tra Sesto e Abido, per lo diletto che da lei aspettante attendeva di avere. Cessi, adunque, che l’uomo voglia prima il riposo che la fatica, o prima il guiderdone che fare il servigio, o il diletto che la tribulazione, con ciò sia cosa che, sí come giá è detto, se quel modo si prendesse, la futura noia impedirebbe tanto la presente gioia, che non gioia, ma presso che noia dir si potrebbe. Che diletto potevano dare i dilicati cibi e gli strumenti sonati da maestre mani e l’altre mirabili feste fatte davanti al tiranno Dionisio, poi ch’egli sopra il capo si vide con sottile filo pendere un aguto coltello? Fuggansi adunque in prima le dolenti cagioni, e poi si seguano con piacevolezza e senza sospetto li graziosi diletti.»

Rispose a costui la reina: «Voi ne rispondete in parte come se degli eterni beni ragionassimo, per li quali acquistare, non è dubbio che ogni affanno se ne debba prendere, e ogni mondano bene e diletto lasciare: e noi al presente non parliamo di quelli, ma de’ mondani diletti e delle mondane noie