Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/382

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378 il filocolo

recata, sí come essi in Rodi, albergati nel mio ostiere, mi dissero. Ella fu da loro comprata da non so quale re nelle parti d’Occidente, e a costui furtivamente furata. Egli sopra tutte le cose del mondo l’ama: e che ciò sia vero a te veggendolo qui può esser manifesto, lá dove egli per niuna altra cagione sia venuto se non per lei racquistare; e ha proposto di mai alla paternale casa ritornare, né egli, né i suoi compagni, né io, se lei primamente non riabbiamo. Vedi oramai quanto servire ne puoi, dicendoci se alcuna cosa di lei sai, mettendoci dopo questo in via di ciò che adoperare dobbiamo, secondo il tuo giudicio, per acquistarla».

Con ammirazione ascoltò Dario le parole di Bellisano, udendo che di sí alto re Filocolo fosse figliuolo, e per tale cagione pellegrino divenuto. E alzato il viso verso il cielo, fra sé cominciò a dire: «O piú che altro pianeta potente, per la cui luce il terzo cielo si mostra bello, quanta è la tua forza negli umani cuori efficace! Quando saria per me mai stato pensato che sí nobile uomo una venduta schiava per amore dall’un canto della terra all’altro seguisse? Certo non mai: ma veduto l’ho! Tempra i fuochi tuoi nelle umane menti, acciò che per soverchio del tuo valore non si mettano alle strabocchevoli cose». E poi che cosí ebbe detto, bassò la testa e cosí rispose: «Amico, a me quanto me medesimo caro, nuove cose mi fai udire, cioè che io sia oste di tanto uomo quanto Filocolo ne dí ch’egli è: la qual cosa molto m’è cara, e piú sarebbe se esso secondo la sua nobile qualita onorato avessi; ma quello che per ignoranza è mancato, con debita operazione adempierò. Ma molto piú d’ammirazione mi porge la cagione della sua venuta, che altra cosa che tu mi potessi aver detta. Né mi fia omai impossibile a credere ciò che di Medea, di Dido, di Deianira, di Fillis, di Leandro e d’altri molti ho giá udito, veggendo quello che io ora di Filocolo apertamente veggo: ma però che amore è passione che tanto cresce quanti piú argumenti a minuirla s’adoperano, senza alcuna debita riprensione farne, che grande a questo si converria, procederò a rispondere a ciò che dimandato m’hai.