Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/512

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508 il filocolo

con loro, e vide Ascalione, la cui riconoscenza non gli tolse l’abito pellegrino, ma ricordandosi lui essere stato congiunto di stretta amistá con Lelio, con alta voce chiamandolo disse: «O santo Ascalione, or privami la tua santitá delle tue parole, perché peccatore io sia? Perché sí largo passi senza parlarmi?». Allora Ascalione, che ben lo riconosceva, si volse e disse: «Dolce amico, tutto il contrario mi faceva dubitare di parlarti». Elli s’abbracciarono quivi molte volte, e insieme gran festa si fecero, ripetendo i tempi preteriti; ma dopo l’amichevoli accoglienze, Menilio domandò chi fossero i compagni, al quale Ascalione rispose: «Questi sono giovani miei amici, i quali udendo la gran fama della vostra cittá, meco, pellegrino, pellegrinando vollero venire a vederla, e giá qui dimorati siamo piú giorni, e omai credo ci partiremo». Disse allora Menilio: «Ora conosco che solo l’amore di Lelio mio fratello alla mia casa ti menava, e non il mio, poi che, lui tolto di mezzo, alla nostra casa disdegni di venire. Oimè, come tu gravemente offeso m’hai, essendo altrove dimorato in Roma, che meco! Io ti priego per quella fede che tu a Lelio portasti, che tu e tuoi compagni ad esser meco vegnate, mentre in Roma a dimorare avrete». A cui Ascalione assai disdisse, pregandolo che di ciò nol gravasse, con ciò fosse cosa che a’ compagni forse non fosse piacere, però che le donne d’alcuni erano con essi loro. A cui Menilio disse: «E le donne di loro con le mie staranno, e voi meco». Ascalione non potendosi da’ prieghi di Menilio difendere, con licenza di Filocolo a quello che Menilio volle consentí, e tutti insieme con Biancofiore e con Glorizia entrarono nel gran palagio per adietro stato di Lelio, nel quale le donne dalle donne e gli uomini dagli uomini onorevolmente ricevuti furono. Onorati cosí costoro da Menilio, tenendo Ascalione stato di maggiore di tutti, come a Filocolo piacque, egli in se medesimo rimembrando le passate cose, si cominciò a dolere, veggendosi per l’antica amicizia di Lelio onorare da’ fratelli, ed egli aveva avuto paura di dare sepoltura al morto amico essendovi presente, avvegna che tardi gli fosse noto: e simil-