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522 il filocolo

ingiuria, o il mondo perirá tutto». E Longino, cieco cavaliere, ferendo con la sua lancia il santo costato di quello, sentí sangue e acqua venire giuso per la lancia, perché agli occhi ponendosene riebbe la vista. Il centurione, stato avanti degli schernitori, vedendo queste cose, confessò lui veramente essere stato Figliuolo di Dio. Dunque dove tali e tante cose si videro, ben si può credere colui Figliuolo di Dio e Redentore di noi essere stato. Venuto il vespero, fu il beato corpo deposto dalla croce da Nicodemo e da Giosef d’Arimatia, e con odorifere cose involto in un mondo lenzuolo, fu posto in una sepoltura nuova, la quale da armate guardie e suggellata fu guardata, acciò che i suoi discepoli, i quali tutti abbandonato l’aveano quando fu preso, non venissero e furasserlo, e poi dicessero: ‛Risuscitato è’. Ma la santa anima sí tosto come ella il corpo abbandonò, cosí discese alle eterne prigioni, e rotte le porte della potenza dell’antico avversario, trasse i santi padri, i quali in lui venturo debitamente credettero, e, aperta la celestiale porta infino a quel tempo stata serrata, nella gloria del suo Padre gli mise. Poi il terzo di ritornando al vuoto corpo, con quello veramente risuscitò, e piú volte apparve e a’ suoi santi discepoli e ad altri. E dopo il quarantesimo giorno, vedendolo tutti i suoi discepoli e la sua madre, al cielo se ne salí, faccendo loro annunziare che ancora a giudicare i vivi e i morti ritornare dovea. E dopo il decimo giorno tutti del Santo Spirito gl’infiammò, per lo quale ogni scienza e ogni locuzione di qualunque gente fu a loro manifesta: e predicando la santa legge, tutti per diverse parti del mondo n’andarono.»

«Ora» disse Ilario, «avete udito quello che noi crediamo, e chi adoriamo e le cui leggi serviamo. Udito avete la cagione della sua incarnazione, alla quale né per angelo né per altra creatura si poteva supplire se non per questa. Udito avete la gloriosa nativitá come fosse, e la sua concezione. Udito avete la virtuosa, laudevole e miracolosa vita di lui, l’affannosa e vituperosa fine, e la crudele morte ch’egli per noi sostenne, e similmente l’ampia redenzione; la vittoriosa