Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/552

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libro quinto 547


Era giá della notte gran parte passata, quando la reina da loro si partí, ed essi molto onorati, sí come ell’aveva comandato, andarono a dormire. Il vecchio re, a cui il riposo piú ch’altro porgea nutrimento alla debile vita, andato di grande spazio avanti a riposarsi, e rivolgendosi sopra i niquitosi pinsieri, in quelli s’addormentò, e piú fiso dormendo, sentí nella sua camera uno strepito grandissimo, simile a quello che suol fare squarciata nube: per che egli pieno di paura riscotendosi si svegliò, e la camera sua piena di mirabile splendore vide. E non sappiendo che ciò si fosse, prima ruina avendo temuto, e ora temendo fuoco, pavido cominciò a dire: «Or che è questo?». Ma poi che fuoco conobbe non essere, con aguto occhio cominciò a guardare per la luce, nella quale, o perché ella fosse molta, o perché la vista del re fosse poca, niuna cosa dentro vi discernea; ma bene udí alle sue parole rispondere: «Io sono colui che tutto posso, e a cui niuno pari si trova, e in cui il tuo figliuolo, con la sua sposa e co’ suoi compagni novellamente credono, a’ cui piaceri se tu benignamente non acconsenti, io il farò in tua presenza, o voglia tu o no, regnare tanto che deJ suoi giorni il termine fia compiuto, il quale niuno può passare: e te farò viver tanto, che tu la sua morte vedrai. Appresso la quale, la ribellione de’ tuoi baroni ti fia manifesta, i quali davanti agli occhi tuoi, contradicendolo tu, a poco a poco il tuo regno ti leveranno: e quello perduto, in tanta miseria viverai, che ’l morire di grazia mille volte il giorno dimanderai, né ti sará dato, prima che le mani t’abbia tu per rabbia rose; e dopo questo vituperevolmente morrai, e abominevole a tutto il mondo». E questo detto, ad un’ora tacque la voce e sparve lo splendore. Per che il re desto e pauroso, in sé molte volte ripeté l’udite parole dicendo: «Or chi potrebbe esser costui che tutto puote, e che si aspramente mi minaccia? Certo la sua venuta di Dio risembra, e similmente il partire! Dunque è da temere, e da fare tutti i piaceri suoi, anzi che incorrere nella sua ira: ma come gli farò, ch’io nol potei vedere né nol conosco?». E in questi pensieri stando, senza punto piú la notte dormire che