Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/563

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libro quinto 559

possono un’ora di vita accrescere, né seguirmi. Sii tu adunque liberale, e col retto giudicio e onesto volere liberamente dona, e quelli co’ tuoi suggetti, non dimenticando gl’indigenti, godi; e guardati non forse tanto liberale essere disiderassi, che tu in prodigalitá cadessi, la quale a non meno mali altrui conduce che l’avarizia. Guardati similmente che l’animo l’accidia non ti occupi, la quale in pensieri suole altrui mettere molto sconci, e per conseguente all’operazioni: ella fa gli uomini molto miseri di cuore, e pigri a’ loro beni, le quali cose in signore né in alcuno altro sono in alcuna maniera da consentire. La faccia del prencipe deve esser lieta nel cospetto del popolo suo; e nelle convenevoli imprese deve essere magnanimo, esercitandosi sempre nel bene e fuggendo i vili e disonesti pensieri: la qual cosa e tu similmente fa. Sia il tuo esercizio continuo studio della virtú e nel ben vivere de’ tuoi suggetti, le cui utilitá e riposi piú che le tue medesime devi pensare. Sia il tuo studio in tenergli in uno amore, in una pace e in una unitá, però che il regno, in sé diviso, fia distrutto. Non sono i grandi onori largiti, né le gran cose commesse, perché ne’ morbidi letti dimoriamo oziosi; a noi per i popoli, sí come a’ pastori per le mansuete pecore, conviene vegghiare: la qual cosa, se saviamente viverai, farai. Quanto puoi ancora caccerai da te i golosi disii, i quali mettendo ad effetto deturpano il corpo e mancano la vita: e giá, come tu puoi avere udito, piú uomini uccise la cena che il coltello. I cibi con disordinato appetito presi superflui, generarono giá molti mali: l’uomo per quelli perde il lume della mente, e se medesimo non conosce, né Dio, che è peggio. E in cui che questo vizio sia da biasimare piú che in altrui, è in coloro che hanno altrui a reggere. Però usa i cibi acciò che tu viva, e non vivere acciò che tu i cibi usi. Poca cosa la natura contenta, oltre alla quale, quantunque si piglia genera danno, ed è chiamato con ragione vizio. Similemente ti sia la lussuria nemica, la quale, con ciò sia cosa che con tutti gli altri vizii da combattere sia, sola è da fuggire. Questa del corpo e della borsa nemica, con la sua corta e fastidiosa dolcezza è singulare