Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/59

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libro primo 55

circuito delle romane mura. E giá Calisto mostrando la sua luce, ella tacitamente co’ disciolti capelli entrò negli alti palagi di Lelio, stracciandosi tutta; ne’ quali poi che ella fu ricevuta dal padre del morto Lelio e da’ cari fratelli di Giulia, i quali, stupefatti tutti di tale accidente, taciti si maravigliarono, essa forte piangendo cosí cominciò loro a parlare:

«Poi che gli avversarii movimenti della fortuna, invidiosa della nostra felicitá, trassero della dolente cittá il vostro caro figliuolo, e la sua moglie, a me carissima donna, con quella compagnia con la quale voi medesimi ci vedeste, e da cui voi, porgendo i teneri baci e le vostre destre mani, vi divideste piangendo, noi avventurosamente, finché a’ miseri fati piacque, camminammo. Ma poi che a loro piacque di ritrarre la mano dalle nostre felicitá, noi una mattina quasi nelle prime ore cavalcando per una profonda valle, occupate le nostre luci da noiosa nebbia, assaliti fummo da innumerabile quantitá di predoni, vaghi del copioso arnese, il quale da noi non molto lontano andava, e del nostro sangue: e l’assalirci e ’l privarci del nostro arnese non occupò piú che un medesimo spazio di tempo. E appresso rivolti a noi con li aguzzati dardi, Lelio e i suoi compagni e la vostra Giulia di vita amaramente privarono. Io pavida piangendo, non so come dall’inique mani mi fuggii; e fuggendo, per tema di non ritornare nelle loro mani, per lo dolente cammino piú volte ho sostenuto mortal dolore»; e co’ pugni stretti, dette queste parole, cadde semiviva nelle loro braccia, la quale essi piangendo portarono sopra un letto, richiamando con freddo liquore le forze esteriori.

Incominciossi nel gran palagio un amarissimo pianto, e quasi per tutta Roma, ovunque il grazioso giovane e la piacente Giulia erano conosciuti, si piangeva. L’aria risonava tutta di dolenti voci, tali che per lo preterito tempo alcuno anziano non si ricordava che tal doglia vi fosse stata per alcuno accidente. E certo che tu appena, o Bruto, riformatore della libertá del popolo romano, vi fosti tanto lagrimato dal rozzo popolo. E da quell’ora inanzi ciascun romano incominciò ad essere pauroso d’andar cercando gli strani altari e