Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/281

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più tosto la prima parte ne lesse, che i begli occhi s’incominciarono a bagnare d’amare lagrime; e così, ognora più forte piangendo come più avanti leggeva, la finì di leggere. Ma poi che con pianti e con sospiri più fiate l’ebbe reiterata leggendo, angosciosa molto nella mente della falsa imaginazione di Florio, la quale avea di verità viso per lo mal donato velo, sopra ’l suo letto si pose, e a quella così al suo Florio rispose:

"Non furono sanza molte lagrime gli occhi miei, quando primieramente videro la tua pistola, o nobilissimo giovane, sola speranza della dolente anima, la quale con gravissima angoscia molte fiate rilessi. E certo ella non fu dal tuo pianto macchiata quasi in alcuna parte, a rispetto che le mie lagrime la macchiarono. E più volte leggendo quella, fra me pensai aver difetto d’intendimento, alcuna volta dicendo fra me medesima: "Io non la intendo bene, però che non potrebbe essere che intendimento di Florio fosse di scrivermi le parole che semplicemente guardando pare che questa pistola porga". Altra volta dicea: "Forse Florio mi tenta, e vuole vedere se io mi muto per asprezza di parole". Ma poi che ogni intendimento si cessò da me, e lasciommisi credere che tu credevi quello che scrivevi, appena credetti potere a tanto sforzare la deboletta mano che la penna in quella sostenere si potesse per volerti rispondere; ma poi che pure sforzandomi gl’iddii mi concedono potere a te rispondere, per questa, quella salute che per me disidero, ti mando. E se alcuna fede merita il leale amore ch’io ti porto, ti giuro per gl’immortali iddii che e’ non t’era bisogno distenderti in tanto scrivere