Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/285

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quale m’è a pensare molto grave, e appena mi si lascia credere. Ma Amore, che ammollisce i duri cuori, mel fa tal volta credere e alcuna altra discredere, che tu, o signor mio, scritto non m’abbia che io abbia te per Fileno dimenticato, acciò che io ragionevolemente di te piangere non mi possa, se per alcuna altra me hai costà dimenticata; ma tutta fiata non sono di tanta falsa oppinione che io il possa credere, anzi dico, qualora quel pensiero m’assale, niuna ragione farà mai che Biancifiore sia se non di Florio, o Florio se non di Biancifiore. Ma sanza fine mi s’attrista il cuore, qualora in quella parte della tua pistola leggo, ove scrivi me dovere avere donato a Fileno in segno di perfetto amore il velo della mia testa, il quale di’ che quando il ti mostrò, volontieri avresti levatogliele, squarciando lui tutto. La qual cosa volessero gl’iddii che tu fatto avessi, però che a me sarebbe stata non picciola consolazione nell’animo, e la cagione è questa: io non niego che quel velo, vilissima cosa, non fosse a lui donato dalle mie mani, ma certo il cuore nol consentì mai, ma così costretta dalla tua madre mi convenne fare. Per lo quale egli, forse pigliando intera speranza di pervenire al suo intendimento per tale segnale, più volte con gli occhi e con parole mi tentò di trarmi ad amarlo, la qual cosa credo impossibile sarebbe agl’iddii; nè mai da me più avanti potè avere. Nè è però da credere che in un velo o in altro gioiello si richiuda perfetto amore: solamente il cuore serva quello, e io, che più che altra giovane il sento per te, posso con vere parole parlarne. E che io niuna persona amai, se non solamente te, ne chiamo testimonii gl’iddii, a’ quali niuna