Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/289

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una spada, la quale rade volte, se non per ispaventare, la traeva fuori. Il suo petto batteva sì forte, che sopra i molti panni apertamente si discernea, nel quale quasi mai non si crede che entrasse sonno; e il luogo acconcio per lo suo riposo era il limitare della porta, in mezzo de’ due cani. La quale la dea veggendo, molto si maravigliò, e così disse: O antica madre, sollecitissima fugatrice degli scelerati assalti di Cupido, e guardia de’ miei fuochi, a te conviene mettere nel petto d’un giovane a me carissimo le tue sollecitudini, il quale per troppa liberalità si lascia a feminile ingegno ingannare, amando oltra dovere una mia nimica: e però niuno indugio ci sia muoviti! Egli è assai vicino di qui, e è figliuolo dell’altissimo re di Spagna, chiamato Florio, e sanza fine ama Biancifiore, nè mai sentì quel che tu suoli agli amanti far sentire. Va e privalo della pura fede, la quale egli tiene indegnamente, e, aprendogli gli occhi, gli fa conoscere com’egli è ingannato, amaestrandolo come gl’inganni si debbono fuggire -. La vecchia che in terra sedea, con la mano alla vizza gota, alzò il capo mirando con torto occhio la dea, e con picciola voce tremando rispose: Partiti, dea, da’ tristi luoghi, che niuno indugio darò al tuo comandamento -. Partita la dea, la vecchia si vestì di nuova forma, abandonando i molti vestimenti, aggiunse alle sue spalle ali, e lasciando le serrate case, sanza alcuno dimoro pervenne ove ella trovò Florio stante ancora sopra il suo letto leggendo la ricevuta lettera da Biancifiore. A cui ella occultamente con la tremante mano toccò il sollecito petto, e ritornossi alle