Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/291

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m’ama sopra tutte le cose, e questo, se io voglio il vero riguardare, non mi si può celare; ma se ella non mi amasse, Fileno me ne saria cagione, del quale io prenderò sanza dubbio vendetta".

In cotali pensieri stando, Florio fra sè ripeteva tutti i preteriti atti e fatti stati tra lui e Biancifiore, poi che Fileno tornò de’ lontani paesi nella sua corte, e quelli una volta pensava essere stati da Biancifiore fatti maliziosamente, e altra volta fra sè gli difendeva. Egli stette più giorni sanza alcuno riposo pieno di sollecite cure. Egli alcuna volta imaginava: "Ora è Fileno davanti alla mia Biancifiore e lusingala: ma perchè la lusingherebbe egli ch’ella l’ama oltra misura". Poi fra sè altrimenti imaginava. Egli andava vedendo con l’animo tutte quelle vie le quali possibili sono ad uomo di re per pervenire a un suo intendimento, e niuna credea che non ne fosse stata fatta da Fileno, se bisogno gli fu. Egli pensava che niuna persona mai parlasse a Biancifiore che da parte di Fileno non le parlasse, e da’ suoi servidori medesimi dubita d’essere stato ingannato: e così dimora in istimolosa sollecitudine, e non sa che si fare; e pensa che Fileno ordini di portarla via e che ella il consenta. Egli pensa che Fileno la domandi al re, e siagli donata per isposa. Egli pensa che i messaggi da Fileno a Biancifiore e da Biancifiore a Fileno siano spessissimi. Ma poi che egli ha diverse cose in sè rivolte, così cominciò a dire: "Non è del tutto da credere ciò che io imagino, chè forte mi pare che, se stato fosse, io non avessi alcuna cosa sentita: e però la scusa delle passate cose fatta da Biancifiore da ricevere. Ma chi sa di quelle che