Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/43

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caggiono sanza ritegno, menando seco alcuna volta grandissime pietre, le quali fanno insieme non minore fracasso che l’acque; così giù per la straripevole montagna, sanza tener via o sentiero diritto, si dirupava lo iniquo essercito, goloso dello innocente sangue, con un romore e con una tempesta sì di suoni di corni e di trombe e d’altri crudeli strumenti, come del forte strepito dell’armi medesime e de’ cavalli, che tutta la valle faceano risonare. Giulia, meno piena di varie sollecitudini, sentendo il romore prima s’avvide della iniqua gente; la quale, vedendoli sì tempestosamente venire, temendo come la timida cerva davanti al leone divenne, e tornata fredda come i bianchi marmi, a Lelio temorosamente s’accostò, e con rotta voce cominciò a dire: O Lelio, ove è fuggito il tuo lungo provedimento? Or non vedi tu quella gente armata che sì furiosamente verso noi discende dell’alto monte? Che gente può ella essere? Come non provedi tu al necessario rimedio ora, se elli vengono per offenderci? -. A queste voci alzò Lelio gli occhi e guardossi davanti, e vide il maladetto popolo ancora assai lontano, ma non tanto che fuga avesse potuto sè e’ suoi compagni trarre delle mani degli avversarii, ond’egli alquanto pavido nella mente, rivolto alla sua compagna disse: Non dubitare, fatti sicura che questi non cercano noi - tenendo con forte viso nascosa la creata paura; e poi fra sè cominciò a pensare, dicendo: "Certo costoro scendono sì furiosi per prenderci al varco della montagna, e vogliono di noi l’una delle due cose: o essi vogliono farsi del nostro avere posseditori privandone noi, o elli vengono, sì come ribelli della nostra legge, per privarci di vita, essendosi già