Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/47

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di sostenere ogni gravoso affanno per la cara libertà? Or che fareste voi se io facessi il simigliante? Credo che vie più lagrimereste. Cacciate queste lagrime da voi, e non dubitate de’ vecchi padri, nè delle giovani donne, nè de’ piccioli figliuoli, nè ancora dell’abondanti ricchezze, le quali voi avete abandonate in servigio di Colui che ve le donò, però che essi tutti nacquero alla sua speranza e non alla vostra, e Egli tutti a buon fine gli recherà. E non è gran fatto se in servigio di così largo donatore di grazie si pone alcuna volta il mortal corpo -; abandonate le lagrime, si deliberarono al consiglio di Lelio, rispondendogli che lui per duca e per signore continuamente aveano tenuto e teneano, e piacea loro per inanzi di tenerlo, e che in questo accidente e in ogni altro essi ad ogni suo piacere erano disposti di metterlo con lui insieme in essecuzione, offerendosi di seguirlo infino alla morte. Allora Lelio di tanto onore reverentemente gli ringraziò e comandò che ciascuno prendesse le sue armi e apprestassesi di resistere a’ nemici, faccendo di loro tre schiere. E la prima, nella quale egli mise quelli giovani nelle cui forze più si confidava, fece guidare ad un giovane romano, il quale si chiamava Sesto Fulvio, nobilissimo e ardito. La seconda, nella quale erano quasi tutti quelli che a loro per lo cammino s’erano accostati per compagnia, fece menare ad un giovane della sua terra, Ostazio, sommo poeta, nominato Artifilo, valoroso e possente molto. La terza, nella quale la maggior parte della sua poca gente riservò, diede a conducere a Sculpizio Gaio, suo caro compagno e parente, sè di tutte faccendo capitano e correggitore; e poi che così