Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/58

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cavallo, con ritondo corso gli circuì, dicendo loro: L’ora della vostra virtù disiderata è presente: spandete le vostre forze. Alla vostra salute non manca altro che l’opera de’ ferri aiutata dalle vostre braccia: qualunque disidera di rivedere l’abandonata patria, e’ cari padri, e’ figliuoli, e la moglie, e i lasciati amici, con la spada gli domandi. Iddio ha poste tutte queste cose nel mezzo della battaglia. La migliore cagione ci dee porgere speranza di vittoria, e la nostra vittoria ha bisogno di pochi combattitori, però che la gran quantità de’ nemici impediranno se medesimi ristretti nel picciolo campo. Imaginate che qui davanti a voi dimorino li vostri padri, e le vostre madri, e’ vostri figliuoli piccolini e ginocchioni lagrimando vi prieghino che voi adoperiate sì l’arme, che voi vi rendiate a loro medesimi vincitori; sì che voi poi narrando loro i corsi pericoli, paurosi e lieti gli facciate in una medesima ora -. Le parole di Lelio, parlante cose pietose, infiammarono i non freddi petti de’ romani giovani: essi sospinsero avanti la sostenuta battaglia, uccidendo non picciola quantità della canina gente. Scurmenide, potentissimo barbaro, gia riguardando la gente del suo signore per picciola quantità di combattenti invilita voltarsi verso le sue insegne; come stimolo de’ suoi e rabbia dell’empio popolo, per tema che ’l cominciato male non perisca, da alcuna parte si parò davanti a’ paurosi cavalieri, e mirando verso loro conobbe quali coltelli erano stati poco adoperati, e quali mani tremavano premendo la spada, e chi avea le lance lente e chi le dispiegava, e chi combatte bene e chi no; e questo veduto, parlò così: Ahi! vilissimo popolazzo, ove torni tu? Con quale