Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/111

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se ne fidava che questo di parlare tentasse. Ma pure stringendolo il disio propose, poi che egli a lei dire nol poteva, di farle per altrui sentire ciò che per amore di lei sostenea. E riguardato più giorni per cui più cautamente tale bisogna significare le potesse, vide un dì una vecchia povera, vizza, ranca e dispettosa tanto, quanto alcuna trovare se ne potesse, la quale, entrata nella casa della giovane, e cercata limosina, con essa se ne uscì; e più volte poi in simile atto e per simile cagione ritornare la vide. In costei si pose costui in cuore di fidarsi, imaginando che mai sospetta non saria tenuta e compiutamente le poria il suo intendimento fornire: e chiamatala a sé, grandissimi doni le promise, se aiutare il volesse in quello ch’egli le domanderebbe. Ella giurò di fare tutto suo potere: a cui questi allora disse il suo volere. Partissi la vecchia dopo picciolo spazio di tempo, accertata la giovane dell’amore che il mio compagno le portava, e lui similemente come ella sopra tutte le cose del mondo lui amava, e ocultamente ordinò questo giovane essere una sera con la disiata donna. E messalisi inanzi, come ordinato avea, alla casa di costei il menò. Dove egli non fu prima venuto, che, per suo infortunio, la giovane, la vecchia e esso furono da’ fratelli della giovane insieme tutti e tre trovati e presi: e costretti di dire la verità che quivi facessero, confessarono quello che era. Erano costoro amici del giovane, e conoscendo che a niuna loro vergogna costui era ancora pervenuto, non lo vollero offendere, che poteano, ma ridendo, gli posero questo partito, dicendo così: "Tu se’ nelle nostre mani, e hai cercato di vituperarci, e di ciò noi ti possiamo punire se noi vogliamo;