Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/116

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e chi fa il contrario, non naturale ragione ma sua follia segue. Ben confessiamo però che dopo l’affanno è più grazioso il riposo che prima, e meglio conosciuto, ma non che sia più tosto da pigliare. Possibile è agli uomini folli e a’ savi usare i consigli e de’ folli e de’ savi, secondo il loro parere, ma però la infallibile verità non si muta, la quale ci lascia vedere che più tosto la bella e giovane donna, che la vecchia e laida, sia da prendere da colui a cui tale partito donato fosse -.

Messallino, il quale tra la destra mano della reina e di Parmenione sedeva compiendo il cerchio, disse così appresso: Ultimamente a me conviene proporre, e, acciò ch’io le belle novelle dette e le quistioni proposte avanti faccia più belle, una novelletta assai graziosa a udire, nella quale una quistione assai leggiera a terminare cade, dirò. Io udii già dire che nella nostra città un gentile uomo ricco molto avea per sua sposa una bellissima e giovane donna, la quale egli sopra tutte le cose del mondo amava. Era questa donna da un cavaliere della detta città per amore intimamente amata, ma ella né lui amava né di suo amore si curava: per la qual cosa il cavaliere mai da lei né parola né buon sembiante avea potuto avere. E così sconsolato di tale amore vivendo, avvenne che al reggimento d’una città, assai alla nostra vicina, fu chiamato, ove egli andò, e quivi onorevolemente avendo retto gran parte del tempo che dimorare vi dovea, per accidente gli venne un messaggere, il quale dopo