Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/139

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e quattro tacitamente si misero, e postisi sopra un ricco letto a sedere, Bellisano cominciò a Dario così a parlare:

- Amico, però che io credo che ignoto ti sia cui tu aggi onorato e onori, e similemente la venuta di costoro da te riveriti, io il ti dirò, acciò che il loro essere e la cagione del loro pellegrinare a niuno palesandola, quel consiglio e aiuto che per te si puote ne sia porto -. E mostrandogli Filocolo, disse: Costui è figliuolo dell’alto re di Spagna, nipote dell’antico Atalante sostenitore de’ cieli; e quelli che tu in sua compagnia vedi, sono nobilissimi giovani e di grandissima condizione, e qui sono venuti, e io con loro, acciò che novelle sappiamo di Biancifiore bellissima giovane, la quale qui fu da Antonio ausonico mercatante e da un suo compagno recata, sì come essi in Rodi, albergati nel mio ostiere, mi dissero. Ella fu da loro comperata da non so quale re nelle parti d’Occidente, e a costui furtivamente levata. Egli sopra tutte le cose del mondo l’ama: e che ciò sia vero ti può, veggendolo qui, esser manifesto, là dove egli per niuna altra cagione è venuto se non per lei racquistare; e ha proposto di mai alla paternale casa non ritornare, né egli, né i suoi compagni, né io, se lei primieramente non riabbiamo. Vedi oramai quanto servire ne puoi, dicendoci se alcuna cosa di lei sai, mettendoci dopo questo in via di ciò che adoperare dovemo secondo il tuo giudicio per racquistarla -.

Con ammirazione ascoltò Dario le parole di Bellisano udendo che di sì alto re Filocolo fosse figliuolo, e per tale cagione pellegrino divenuto. E alzato il viso ver lo cielo, fra sé cominciò a dire: O più che