Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/176

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fermamente credere che egli cercando te sia in questo paese, e che tu forse ancora, anzi che lungo tempo sia, quella allegrezza, che tu con lui solevi in questo giorno fare, farai: però confortati, e fortifica la tua buona speranza -. Udendo queste parole Biancifiore si gittò al collo a Glorizia, e abbracciatala cento volte o più la baciò, dicendo: Cara compagna, gl’iddii rechino ad effetto quello che tu pensi! Ma io non so vedere come fare si potesse, posto ch’egli pur fosse a’ piè di questa torre, ch’egli mi parlasse o mi riavesse, se bene consideriamo sotto che guardia dimoriamo -. Disse Glorizia: Non sta a te il dover pensare che via Iddio gli si voglia mostrare a riaverti: non è da pensare che quelli, che altra volta l’aiutò, ora l’abandoni -.

Levossi adunque per i conforti di Glorizia Biancifiore, e con l’altre cominciò a far festa, secondo che usata era per adietro. Elle aveano già tutte le rose prese: per che di quelle portando grandissima quantità alla camera di Biancifiore, con quella in quella n’andarono, e con dolci voci cantando, e tale sonando con usata mano dolci strumenti, e altre presesi per mano danzando, e altre faccendo diversi atti di festa, e gittando l’una all’altra rose insieme motteggiandosi, e Biancifiore similmente, non sappiendo che da Filocolo veduta fosse, con quelle sì festeggiava, gittando spesso grandissimi sospiri. E in questa maniera nella sua camera e in quelle dell’altre tutto quel giorno dimorarono. Ma Filocolo, che per picciolo pertugio vide nella bella camera entrare Biancifiore, di pietà tale nel viso divenne, quale colui che morto a’ fuochi è portato; e la debolezza dello innamorato cuore cacciò fuori di lui un sudore che tutto il bagnò, e con