Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/187

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fu piacere, durò. Ma dopo molti ragionamenti, già gran parte della notte passata, ciascuno, fatti tacere i canti, al letto si ritornò.

O allegrezza inestimabile, o diletto non mai sentito, o amore incomparabile, con quanto effetto congiugneste voi i novelli sposi! Pensinlo le dure menti, nelle quali amore non puote entrare, pensinlo i crudi animi: e se questo pensando, non divengono molli, credasi che graziosa virtù in loro abitare non possa! Nelli disiderati congiugnimenti si poterono per la camera vedere fiaccole non accese da umana mano, né da quella portate. Ivi si poté vedere Imineo in figura vera coronato d’uliva, e Citerea fare mirabile festa intorno al suo figliuolo; e non ch’altro iddio, ma Diana vi si vide rallegrarsi di tanto congiugnimento, laudandosi, cantando santi versi, che sì lungamente l’uno all’altro avea sotto le sue leggi guardati casti. Dilettaronsi i due amanti convenevole spazio negli amorosi congiugnimenti, e ultimamente del tempo quasi fino presso al giorno dierono a diversi ragionamenti: poi vinti dal sonno, abbracciati soavemente dormendo stettero tanto, che il sole luminò ciascuno clima del nostro emisperio con chiara luce.

Destati quasi ad un’ora amenduni gli amanti si levarono lieti, e Biancifiore vide Filocolo vestito in quella forma che Glorizia le avea detto d’averlo veduto nella sua visione, e maravigliandosene gliele raccontò; di che Filocolo, pensando al modo del parlare di Glorizia, alcuna ammirazione non prese, ma disse: Gran cose mostrano gl’iddii future a coloro cui essi amano! -. E da Glorizia serviti, quel giorno insieme, narrando l’uno gli accidenti suoi all’altro, con piacevole