Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/200

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commessa. Questi dopo il comandamento dell’amiraglio, armati sopra forti destrieri, con molti compagni vennero nel prato, intorniati di pedoni infiniti con archi e con saette. Essi fecero accendere due fuochi assai vicini alla torre, e fecero posare in terra Filocolo e Biancifiore, e tirare alle accese fiamme con villane parole. Quivi venuto, Filocolo vide due luoghi per la morte di loro due apparecchiati; ond’egli, sanza mutare aspetto, alzò il viso verso Ircuscomos e disse: Poi che agl’iddii e alla nimica fortuna e a voi piace che noi moriamo, siane concessa in questa ultima ora una sola grazia; la quale faccendoci, niuna cosa del vostro intendimento menomerà. Noi, miseri, dalla nostra puerizia sempre ci siamo amati, e ben che nostro infortunio sia stato il non potere mai coi corpi insieme dimorare, mai le nostre anime non furono divise: un volere, un amore ci ha sempre tenuti legati e congiunti, e un medesimo giorno ci diede al mondo: piacciavi che, poi che una ora ci toglie, che similmente una medesima fiamma ci consumi. Siano mescolate le nostre ceneri dopo la nostra morte, e le nostre anime insieme se ne vadano -. Ircuscomos, che mai non avea apparato d’essere pietoso, faccendo sembianti di non averlo udito, comandò che come era incominciato così i sergenti seguissero; ma Flagrareo con più benigno spirito disse: E che ci nuoce il fargli di suo medesimo danno grazia? Con quella forza ardono le fiamme i due, che l’uno: siagli conceduto di morire con lei, con cui la colpa commise -.

Fu adunque Filocolo insieme con Biancifiore legato ad un palo e intorniato di legne. Le quali cose mentre si facevano, Biancifiore piangendo rimirava