Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/203

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non gliel ha, di leggieri potrai campare. La tua bellezza merita aiutatore, il quale non dubito che tu troverai, e rimanendo tu in vita, molto nel morire mi contenterai -. - Sia da me lontano ciò che tu parli - disse Biancifiore, - ma tu, la cui vita è ad altrui e a me più che la mia cara, sopra te il tieni, acciò che se gl’iddii altro aiuto ti negano, per la virtù di questo campi: la cui virtù già mi conforta, e più consolata al morire mi dispone, pensando ch’ella fia possibile ad aiutarti -. Così costoro con sommessa voce parlando, il fuoco fu acceso e l’ardore s’appressava, quando, rifiutando ciascuno l’uno all’altro l’anello, di piana concordia piangendo s’abbracciarono, e con dolenti voci la morte attendendo, l’uno e l’altro dall’anello era tocco, e dalle fiamme difesi: ma essi, per debita paura del sopravegnente fummo, con alte voci l’aiuto degl’iddii invocavano piangendo.

Mossero le voci di costoro i non crucciati iddii a degna pietà, e furono essauditi e con sollicita grazia aiutati, ben che assai gli aiutasse l’anello. Venere, intenta a’ suoi suggetti, commosse il cielo, e per loro porse pietosi prieghi a Giove, col consentimento del quale e di ciascuno altro iddio, il necessario aiuto si dispose a porgere. E involta in una bianchissima nuvola, coronata delle frondi di Pennea, con un ramo di quelle di Pallade in mano, lasciò i cieli e discese sopra costoro, e con l’una mano, cessando i fummi dintorno a’ due amanti, a’ circunstanti li volse, e quel in oscurissima nuvola mantenendo bassi, con noioso cocimento impediva i circunstanti da poter vedere dove Filocolo e Biancifiore fosse, dando a loro chiaro