Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/225

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sani e salvi siamo, ella e io e i miei compagni, che se con più agevole via racquistata l’avessi. Le cose con affanno avute sogliono più che l’altre piacere: e però a tutte queste cose considerando, sanza più delle passate ricordarci, faremo ragione come se state non fossero, e delle nostre prosperità facciamo allegra festa -. Consente l’amiraglio che così sia, e dimanda dello stato del vecchio re e della sua sorella e di Filocolo madre. Filocolo gli risponde lungo tempo esser passato che di loro niuna cosa avea udita; ma, come dolorosi della sua partita gli avea lasciati, gli racconta. Appressansi a questa festa i compagni di Filocolo, e l’amiraglio conoscendolo per ziano di Filocolo, come signore onorano, e egli loro come fratelli riceve, e a Biancifiore con riverente atto delle passate cose cerca perdono, profferendolesi in luogo di fratello in ciò che fare potesse che le piacesse. Ella per vergogna il candido viso, nel quale ancora vivo colore tornato non era per la passata paura, dipinse di piacevole rossezza, ringraziandolo molto e dicendo che, appresso Filocolo, per signore il tenea. E con questi ragionamenti e con altri lieti pervengono alla città.

Entrano costoro con letizia in Alessandria, e pervenuti alla real corte, scavalcano, e salgono nella gran sala, e quivi truovano Sadoc e Glorizia legati e fare grandissimo pianto. Costoro avea l’amiraglio fatti prendere, per sapere da loro come Filocolo a Biancifiore salito fosse, e per farli poi, se colpevoli fossero stati, vituperosamente morire: e già fatto l’avria, se il subito furore preso per le parole d’Ircuscomos, non fosse sopravenuto. I quali vedendo, Filocolo, mosso a debita pietà de’