Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/288

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per la vostra benignità di quella dolcezza ho gustata, che la nemica fortuna mi tolse quando Marmorina abandonai, e quella donna, per cui l’amara iniquità sostenni, quella la riavuta grazia m’ha annunziata. Piacciavi adunque misericordiosamente operare ch’io nella prima forma tornando lieto a’ cari amici mi presenti -. Egli dicea ancora queste parole, quando i circunstanti videro le chiare acque coagularsi nel mezzo e dirizzarsi in altra forma abandonando il loro erboso letto, né seppero vedere come subitamente la testa, le braccia e ’l corpo, le gambe e l’altre parti d’uno uomo, di quelle si formassero, se non che, riguardando con maraviglia, co’ capelli e con la barba e co’ vestimenti bagnati tutti trassero Fileno del cavato luogo, e davanti a Filocolo il presentarono. Al quale egli, come il vide, s’inginocchiò davanti e con pietose voci dimandò perdono, e appresso di Filocolo la benivolenza: le quali cose benignamente Filocolo gli concesse. Egli fu di nuovi vestimenti adorno, e i raviluppati capelli e la male stante barba furono rimessi in ordine, levandone le superflue parti, e lieto si diede con gli altri cavalieri a far festa, maravigliandosi non poco qual caso quivi gli avesse menati insieme con Biancifiore. Il cui viso poi ch’egli ebbe veduto, stimandolo più bello che mai gli fosse paruto, contento tacitamente si dispose al vecchio amore, credendo sanza quello niuna cosa valere.

Queste cose così faccendosi, s’udì nel luogo un grandissimo romore, come di gente che, combattuto, avesse la vittoria del campo acquistata. Del quale Filocolo e’ suoi si maravigliarono e dubitarono alquanto, e domandarono Fileno se noto gli fosse che significasse