Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/343

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carnale della sua madre e da’ fratelli del suo padre era onorata, tutta ardea, e similemente di farsi a Clelia conoscere, a cui piccola giovane era stata congiunta compagna, e ora, più d’anni piena, da lei non era riconosciuta, e ancora alcuno de’ fratelli le parea aver veduto in compagnia di Mennilio; né d’avere avuto ardire d’abbracciarlo, tutta si consumava. E stando essa e Biancifiore in questi ragionamenti, sopravenne Clelia, da loro lietamente ricevuta, e ruppelo loro, narrando ciò che udito aveano. A’ quali ragionamenti Filocolo sopravenne: e se non fosse che a Biancifiore accennò, che già costei le parea riconoscere per zia, quivi erano scoperti. Ma Biancifiore, vedendo Filocolo, chetò alquanto l’ardente disio, sperando che tosto con li loro si rivedrebbono.

Fece Ilario chiamare a sé Filocolo, e come egli nelle sue mani de’ suoi parenti la pace avea giurata gli narrò: della qual cosa Filocolo contentissimo, che fare dovesse il domandò. A cui Ilario disse: Giovane, io ho promesso di farti qui di Spagna venire, e però acciò che essi, alquanto la tua venuta tardandosi, più nel disio s’accendano di vederti, va, e con li tuoi compagni per modo convenevole prendi congedo, e fuori di questa città ne va a dimorare in alcuno luogo vicino, nel quale sì cheto stia che la fama di te non pervenga a’ loro orecchi: e quivi tanto aspetta, che io per te mandi. E quando il mio messaggiere vedrai, allora come figliuolo d’alto re che tu se’ t’adornerai, acciò che con la tua sposa magnificamente e con la tua famiglia venghi; e sì come tu vedrai, io a’ tuoi parenti sicuro ti presenterò -.

Sanza niuno indugio partitosi Filocolo da Ilario, e