Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/347

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volte e baciandola, di tenerezza lagrimando, tutto il bel viso le bagnò, e ’l simile fece Tiberina, e molte altre donne a lei congiuntissime parenti, dolendosi del tempo che con loro non conosciuta da esse era stata. Poi Clelia, preso in braccio il grazioso garzonetto, con maravigliosa festa mirandolo, ringraziava Iddio dicendo: O dolce signore Iddio, omai consolata viverò ne’ tuoi servigi, poi che Lelio e Giulia renduti m’hai -. La festa fu grande: e chi la poria intera narrare? Chi pellegrinando alcuna volta per lungo tempo andò, tornando alla casa, quale essa fu il può pensare. La quale faccendosi essi rimontarono a cavallo; e Filocolo dall’una parte e ’l duca dall’altra accompagnando Clelia cavalcarono; Tiberina in mezzo di Menedon e di Messaallino veniva; Mennilio e Quintilio, che della bellezza della loro nipote non si poteano ricredere, accompagnavano Biancifiore, e Parmenione e Ascalion Glorizia, che il piccolo Lelio portava, tanto contenta, quanto mai fosse stata, da Clelia sanza fine onorata e riconosciuta: e l’altre nobili donne da nobili uomini accompagnate, delle grandissime bellezze di Biancifiore e della magnificenza di Filocolo ragionando, cavalcarono infino all’entrata della nobile città. Quivi Vigilio, sommo pastore, già venuto trovarono, al freno del cui cavallo videro Bellisano e Tiberio nobilissimo romano: il quale come Filocolo di lontano vide, così lasciate le donne, da cavallo dismontò, e, inginocchiandosi, gli fece debita riverenza, e poi umilemente a baciargli il piè li corse. Poi volto a Bellisano, il quale egli ben conoscea, inchinandosi molto, l’abbracciò, e poi dirizzandosi si baciarono e fecersi graziosa festa, e Tiberio