Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/37

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a tanto uficio essere insofficiente, però che più ne’ servigi di Marte che in quelli di Venere avea i suoi anni spesi; ma, se a tutti piacesse di rimettere in lui la elezione di tal re, egli si credea bene tanto conoscere avanti delle qualità di tutti, che egli il costituirebbe tale che vere risposte a tali dimande renderebbe. Consentirono allora tutti che in Ascalion fosse liberamente la elezione rimessa, poi che assumere in lui tale dignità non volea.

Levossi allora Ascalion, e colti alcuni rami d’un verde alloro, il quale quasi sopra la fontana gittava la sua ombra, di quelli una bella coronetta fece, e quella recata in presenza di tutti costoro, così disse: Da poi che io ne’ miei più giovani anni cominciai ad avere conoscimento, giuro per quelli iddii che io adoro, che non mi torna nella memoria di avere veduta o udita nomare donna di tanto valore, quanto questa Fiammetta, nella cui presenza Amore di sé tutti infiammati ci tiene, e da cui noi questo giorno siamo stati onorati in maniera da mai non doverlo dimenticare. E però che ella, sì come io sanza fallo conosco, è d’ogni grazia piena e di bellezza, e di costumi ornatissima e di leggiadra eloquenza dotata, io in nostra reina la eleggo; e molto meglio, per la sua magnificenza, la imperiale corona le si converrebbe! A costei di reale stirpe ancora discesa, e a cui le occulte vie d’amore sono tutte aperte, sarà lieve cosa nelle nostre quistioni contentarci -. E appresso questo, alla valorosa donna davanti umilemente le si inchinò, dicendo: Gentile donna, ornate la vostra testa di questa corona, la quale non meno che d’oro è da tener cara a coloro che degni sono per le loro opere di tali coprirsi la testa -. Alquanto il candido viso della