Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/379

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giorno della coronazione fu venuto, Florio vestito di reali vestimenti venne in una gran piazza accompagnato da’ nobili del reame, e quivi Ilario e ’l duca Ferramonte, eletti da tutti gli altri in generale all’alto mestiere, celebrato il santo uficio, invocato divotamente il nome di Dio a sua laude e reverenza, del reame di Spagna con corona d’oro coronarono Florio, in cospetto di tutto lo ’nfinito popolo, del quale le voci a cielo andarono sì alte, che oppinione fu di molti che dentro passassero, dicendo: Viva il nostro re -. Il quale, poi che la corona ricevuta ebbe, si fece venire avanti Biancifiore, e con le propie mani di simile regno la coronò reina. Queste cose fatte, rincominciò la festa grandissima, e le trombe e i molti strumenti sonarono, e l’armeggiare cominciò grandissimo, e tanta e sì generale festa per tutto si fa, che niuna altra cosa vi si vede o sente.

Florio, novello re, fattisi venire i ragunati tesori dal padre, e quelli liberamente dona a’ suoi baroni, e non consente che niuno sanza grandissimo dono si parta da tanta festa. E poi con loro insieme per la terra andando, ovunque egli viene fa festa multiplicare; e festeggia sempre seco avendo i cari compagni del suo pellegrinaggio, e quelli onora e sopra tutti gli altri vede volentieri, e a coloro dà i grandissimi doni: e a dare a ciascuno il suo regno gli paria far poco. E durata per molti giorni la festa grandissima sanza comparazione, gli amici e’ servidori del re Florio contenti disiderano di rivedere le loro case e cercano congedo, il quale il re Florio come può lieto concede. Caleon torna a Calocepe, Fileno a Marmorina, Mennilio e Quintilio e gli altri giovani romani con le