Pagina:Boccaccio - Il Decameron I, 1877.djvu/28

Da Wikisource.
2 proemio.

tutte le cose mondane aver fine, il mio amore, oltre ad ogni altro fervente, et il quale niuna forza di proponimento, o di consiglio, di vergogna evidente, o pericolo che seguir ne potesse, aveva potuto nè rompere nè piegare, per sè medesimo in processo di tempo si diminuì in guisa, che sol di sè nella mente m’ha al presente lasciato quel piacere, che egli è usato di porgere a chi troppo non si mette ne’ suoi più cupi pelaghi navigando: per che, dove faticoso esser solea, ogni affanno togliendo via, dilettevole il sento esser rimaso. Ma, quantunque cessata, sia la pena, non per ciò è la memoria fuggita d’ benefìcj già ricevuti, datimi da coloro a’ quali, per benivolenza da loro a me portata, erano gravi le mie fatiche; nè passerà mai, sì come io credo, se non per morte. E per ciò che la gratitudine, secondo che io credo, tra l’altre virtù è sommamente da commendare et il contrario da biasimare, per non parere ingrato, ho meco stesso proposto di volere, in quel poco che per me si può, in cambio di ciò che io ricevetti, ora che libero dir mi posso, e se non a coloro che me atarono, alli quali per avventura, per lo lor senno o per la loro buona ventura, non abbisogna, a quegli almeno a’ quali fa luogo alcuno alleggiamento prestare. E quantunque il mio sostentamento, o conforto che vogliam dire, possa essere e sia a’ bisognosi assai poco, nondimeno parmi, quello doversi più tosto porgere dove il bisogno apparisce maggiore, sì perchè più utilità vi farà, e sì ancora perchè più vi fia caro avuto. E chi negherà, questo, quantunque egli si sia, non molto più alle vaghe donne che agli uomini convenirsi donare? Esse dentro a’ dilicati petti, temendo e vergognando, tengono l’amorose fiamme nascose, le quali quanto più di forza abbian che le palesi coloro il sanno che l’hanno provate: et oltre a ciò, ristrette da’ voleri, da’ piaceri, da’ comandamenti de’ padri, delle madri, de’ fratelli e de’ mariti, il più del tempo nel piccolo circuito delle loro camere racchiuse dimorano, e quasi oziose sedendosi, volendo e non volendo in una medesima ora, seco rivolgono diversi pensieri, li quali non è possibile che sempre sieno allegri. E se per quegli alcuna malinconia, mossa da focoso disio, sopravviene nelle lor menti, in quelle conviene che con grave noja si dimori, se da