Pagina:Boccaccio - Il Decameron I, 1877.djvu/37

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introduzione. 11

nieno. Et infinite volte avvenne che, andando due preti con una croce per alcuno, si misero tre o quattro bare, da’ portatori portate, di dietro a quella; e, dove un morto credevano avere i preti a seppellire, n’aveano sei o otto, e tal fiata più. Nè erano per ciò questi da alcuna lagrima o lume o compagnia onorati; anzi era la cosa pervenuta a tanto, che non altramenti si curava degli uomini che morivano che ora si curerebbe di capre: per che assai manifestamente apparve che quello che il naturai corso delle cose non aveva potuto con piccoli e radi danni a’ savj mostrare doversi con pazienza passare, la grandezza de’ mali eziandio i semplici far di ciò scorti e non curanti. Alla gran moltitudine de’ corpi mostrata, che ad ogni chiesa ogni dì e quasi ogni ora concorreva portata, non bastando la terra sacra alle sepolture, e massimamente volendo dare a ciascun luogo propio secondo l’antico costume, si facevano per gli cimiteri delle chiese, poichè ogni parte era piena, fosse grandissime, nelle quali a centinaia si mettevano i sopravvegnenti; et in quelle stivati, come si mettono le mercatanzie nelle navi a suolo a suolo, con poca terra si ricoprieno, infino a tanto che della fossa al sommo si pervenia. Et acciò che dietro ad ogni particularità le nostre passate miserie per la città avvenute più ricercando non vada, dico, che così inimico tempo correndo per quella, non per ciò meno d’alcuna cosa risparmiò il circustante contado, nel quale (lasciando star le castella, che simili erano nella loro piccolezza alla città) per le sparte ville e per gli campi i lavoratori miseri e poveri, e le loro famiglie, senza alcuna fatica di medico o ajuto di servidore, per le vie e per li loro cólti e per le case, di dì e di notte indifferentemente, non come uomini, ma quasi come bestie morieno. Per la qual cosa essi così, nelli loro costumi, come i cittadini divenuti lascivi, di ninna lor cosa o faccenda curavano; anzi tutti, quasi quel giorno nel quale si vedevano esser venuti la morte aspettassero, non d’ajutare i futuri frutti delle bestie e delle terre e delle loro passate fatiche, ma di consumare quegli che si trovavano presenti si sforzavano con ogni ingegno. Per che addivenne che i buoi, gli asini, le pecore, le capre, i porci,