Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/178

Da Wikisource.
158 COMENTO DEL BOCCACCI

storia alquanto più distesamente si racconterà appresso nel quarto Canto di questo libro. Disse: Beatrice, loda, cioè laudatrice, di Dio vera; quasi voglia per questo intendere, essere vere, e non lusinghevoli nè fittizie, con le quali Beatrice loda Iddio.

Che non soccorri quei, che t’amò tanto,

Avanti che impedito fosse in quella valle tenebrosa,

Ch’uscì per te della volgare schiera?

Cioè, che per piacerti, lasciati i riti del vulgo, si diede a costumi e a operazioni laudevoli. Non odi tu la pietà, cioè l’afflizione, del suo pianto, il quale egli fa nella diserta piaggia:

Non vedi tu la morte, che ’l combatte?

cioè la crudeltà di quelle bestie, le quali con la paura di sè il combattono e conduconlo alla morte: Su la fiumana. Qui chiama fiumana quello orribile luogo, nel quale l’autore era da quelle bestie combattuto, quasi quegli medesimi pericoli e quelle paure induca la fiumana, cioè l’impeto del fiume crescente, il quale è di tanta forza, che dir si può, ove, sopra la quale, ’l mar non ha vanto? cioè non si può il mare vantare d’essere più impetuoso, o più pericoloso di quella.

Al mondo non fur mai persone ratte,

cioè sollecite: A far lor prò, loro utilità, ed a fuggir lor danno, Com’io, sollecitamente, dopo cotai parole fatte, Venni quaggiù, in inferno, del mio beato scanno, cioè del luogo mio laddove io in paradiso sedea:

Fidandomi del tuo parlare onesto.

Qui ancora Beatrice onora Virgilio, dicendo il suo